DA RIGHETTI-VITIELLO-GUIDOTTI COMMESSA OFFSHORE PER I CANTIERI MARIOTTI
Commessa quasi inedita per i Cantieri Mariotti di Genova, che hanno incamerato un ordine per un’unità - più una seconda in opzione - per il trasporto di materiali e persone da e per le piattaforme petrolifere (crew boat). Per la società guidata da Marco Bisagno - specializzata nella costruzione di maxi-yacht o piccole navi da crociera - è il ritorno a un’attività intrapresa nel 1998, ma poi non proseguita.
Attualmente le unità sono in fase di progettazione, e si stima che la prima nave sarà pronta entro l’estate del prossimo anno. L’armatore è un consorzio formato dagli armatori Righetti di Cesenatico e Vitiello di Ravenna: il primo opera unità di supporto alle piattaforme petrolifere, il secondo gestisce le attività di rimorchio nello scalo romagnolo.
La prima unità sarà lunga 50,5 metri, la seconda sarà invece un po’ più piccola, sotto i 40 metri. Il prezzo non è stato reso noto, ma tuttavia secondo la stima di fonti di settore - non confermate dal cantiere - potrebbe ragionevolmente aggirarsi su un valore tra i 15 e 20 milioni di euro per ciascuna unità. Non si tratta insomma di unità enormi, ma pare siano in corso trattative per ulteriori opzioni, tre o forse quattro navi in più.
Una buona notizia per i lavoratori dei Cantieri Mariotti: attualmente circa il 70 per cento dei dipendenti si trova in cassa integrazione, ma questa nuova commessa permetterà il rientro al lavoro di un certo numero di persone, anche se da sole le navi di Righetti-Vitiello non potranno garantire occupazione per la totalità delle maestranze. Già oggi, con la progettazione, parte del personale tecnico è tornato al lavoro: in effetti le unità - molto veloci, dotate di quattro motori - pare presentino alcuni aspetti interessanti proprio sotto il profilo della tecnologia.
La situazione della cantieristica in questo momento è particolarmente difficile, e il ramo industriale del porto di Genova non ha solo Mariotti con i dipendenti in cassa integrazione. La stessa San Giorgio del Porto, cioè l’altra grande azienda che fa da motore a tutta quest’area portuale - che complessivamente impiega 3.000 persone - sconta difficoltà, mentre Ente bacini, la struttura pubblica nella quale vengono realizzate le riparazioni navali, sta attraversando un difficile processo di riorganizzazione che preoccupa i suoi lavoratori.
La realizzazione di un’unità per il settore offshore, si diceva, non è una prima assoluta per i Cantieri Mariotti: già nel 1998 dai bacini genovesi uscì una crew-boat dedicata a questo tipo di operazioni, la “Ferula”, anche se fonti vicine al progetto sottolineano come tra la nave di allora e le unità prodotte oggi ci sono delle differenze sostanziali, specialmente sotto il profilo dei contenuti tecnologici. La “Ferula” era stata commissionata dall’armatore Vincenzo Silvestrini, allora numero uno della compagnia genovese Offshore Adriatico. Oggi l’unità è ancora operativa, e naviga sotto le insegne della società Bambini di Marina di Ravenna. Molte aziende e una serie di attività interessanti, quelle legate all’offshore nel Mar Adriatico, che ogni tanto regalano qualche commessa e qualche soddisfazione anche ai cantieri navali italiani.
Lo stesso settore legato all’estrazione di idrocarburi è guardato con estrema attenzione dal comparto cantieristico europeo, perché sotto il profilo tecnologico e delle competenze risulta ancora abbordabile, al contrario della stragrande maggioranza dei settori (si potrebbe dire la totalità, escluso il comparto della navi da crociera) in cui le società navalmeccaniche del Vecchio Continente possono ancora risultare competitive rispetto ai cantieri dell’Estremo Oriente. A questo proposito si possono ricordare diverse alleanze strategiche, prima fra tutti quella tra Fincantieri e Stx Offshore, che dovrebbe essere finalizzata il mese prossimo.
Nessun commento:
Posta un commento