FICANTIERI: PICCOLI SEGNALI DI RIPRESA

Fincantieri, tornano i primi ordini

I Primi segnali di una cauta ripartenza del mercato fanno sperare che il gruppo Italiano riesca a tenere una quota del 30% sulle prossime commesse di qui al 2016 nonostante l'ingresso nel segmento "Crociere" della temibile concorrenza di Giapponesi e Coreani


Meno di venti navi in tutto il mondo da qui alla fine del 2016, cioè nei prossimi quattro anni e mezzo. Non c’è da saltare di gioia, a scorrere l’elenco delle unità da crociera già ordinate ai cantieri. Ma questo è il mercato, oggi. Alle prese con la più devastante delle crisi che mai abbia toccato il settore navale. Eppure, i segnali che inducono a essere un po’ più ottimisti non mancano, nonostante sulla scena globale siano ufficialmente apparsi i tanto temuti concorrenti asiatici. Già ormai quasi monopolisti assoluti nella costruzione di navi mercantili, gli operatori del Far East sono scesi in campo, meglio in acqua, proponendosi con prezzi ovviamente molto competitivi anche nel segmento “cruise”, quello che finora era una riserva esclusiva dell’Europa e del-l’Italia in particolare.
La torta si è fatta più piccola, insomma, e i commensali al desco sono cresciuti. Aida Cruises, “brand” tedesco che fa capo alla genovese Costa Crociere (a sua volta di proprietà dell’americana Carnival) ha scelto i cantieri giapponesi Mitsubishi per la costruzione di due navi da 125mila tonnellate (consegna 2015 e 2016). Un precedente che, presto, potrebbe essere seguito da altri armatori. Per fortuna, però, se si esclude questa commessa, tutto il resto per ora continua a restare in Europa, diviso soprattutto fra Italia e Germania. Il testa a testa fra Fincantieri e Meyer Werft continua, ma l’impressione è che il colosso italiano si sia rimesso sulla direzione giusta. E qui si comincia a respirare quel cauto ottimismo a cui si faceva riferimento prima. Perché rispetto a un anno fa,quando si ipotizzava un piano “lacrime e sangue”, con la chiusura di due cantieri su otto, la situazione è migliorata. Nessuno degli otto cantieri è stato chiuso e, aspetto fondamentale, per ognuno si è individuato un settore di business da coltivare. Non che questo basti. E, non a caso, il massiccio ricorso alla cassa integrazione lo dimostra. La volontà del gruppo di ridurre i suoi organici italiani, fermi attualmente a 8 mila unità, non è cambiata. Ma la strada intrapresa è quella degli ammortizzatori sociali, con cassa integrazione, mobilità, esodi incentivati e trasferimenti da un cantiere all’altro. Sarà una Fincantieri più snella rispetto al passato, insomma, ma sempre operativa sui suoi poli costruttivi. L’amministratore delegato Giuseppe Bono ha definito il nuovo perimetro del business, valorizzando le singole missioni dei cantieri. E’ stata questa la rotta seguita per sostenere ad esempio il salvataggio del cantiere di Genova-Sestri Ponente, dato inizialmente per spacciato, e oggi invece inserito nel polo delle crociere, insieme a Monfalcone e Marghera. Non è tutto. A Sestri è stata anche affidata la mission di stabilimento specializzato nella realizzazione di unità speciali, offshore, navi mangia rifiuti, piattaforme eoliche galleggianti. Un ventaglio di opportunità quanto mai prezioso che si è subito tradotto nell’ordine per la costruzione di una chiatta semisommergibile per il trasporto di tronconi di navi da un cantiere all’altro. Il lavoro non saturerà certo il cantiere (impiegati circa 300 operai su 750) e non si allungherà molto nei tempi (inizio ottobre 2012, consegna primavera 2013), ma è quanto basta per ripartire o, meglio, per restare a galla in attesa che la crisi si faccia meno acuta. Anche l’andamento delle prenotazioni sulle navi da crociera induce a valutazioni un po’ più serene. La tragedia della Costa Concordia aveva gettato un intero comparto nel panico. E le settimane successive al disastro, con prenotazioni a picco nell’ordine del 50-60% sembrava addirittura pregiudicare il mercato futuro delle costruzioni con armatori in fuga o, nella migliore delle ipotesi, fermi in attesa di tempi migliori. Da aprile, invece, le prenotazioni hanno ripreso a salire a un ritmo che ha addirittura sorpreso gli addetti ai lavori. Il rapporto fra qualità e prezzi che la nave da crociera offre ai passeggeri, unito a una riduzione del biglietto ha orientato rapidamente il mercato delle vacanze verso la nave. E nei giorni scorsi, alla consegna della nuova ammiraglia di Costa Crociere, Fascinosa, il presidente Pierluigi Foschi ha annunciato un aumento delle prenotazioni del 25% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Tutti quanti hanno tirato un respiro di sollievo e hanno guardato avanti con meno preoccupazione, in attesa dell’arrivo delle nuove ammiraglie. Fra una manciata di giorni, il 26 maggio, arriverà il nuovo gigante della Msc, “Divina”, 140mila tonnellate di stazza lorda, dedicata a Sophia Loren, l’icona del cinema italiano, costruita dai cantieri francesi (di proprietà coreana) Stx France. Alle tre navi che ancora devono essere consegnate entro il 2012, ne seguiranno 6 il prossimo anno, mentre il quadro degli ordini si completa con 5 navi nel 2014, 3 nel 2015 e 1 nel 2016. Diciotto in tutto, un terzo delle quali affidate a Fincantieri. Stessa percentuale per Meyer Werft, mentre le rimanenti sei sono divise fra Stx France (tre) Mitsubishi (due) e Stx Finland (uno). A spostare la lancetta del primato verso l’Italia potrebbe però essere un annuncio che Costa Crociere dovrebbe fare in autunno. La compagnia genovese, dopo Fascinosa, attende per il 2104 la nuova ammiraglia, nome in codice “SuperCosta” (e non è detto che resista fino alla fine) da 132.500 tonnellate, la sua sedicesima unità. Fra qualche mese, però, potrebbe essere ufficializzato un nuovo ordine, per un’altra nave. E la scelta, ancora una volta, cadrà sulla Fincantieri. 

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