Mercedes lancia lo yacht: Classe S del mare

Il Silver Arrow è un 14 metri fuori tutto di grande personalità e purezza stilistica


In un settore dove ultimamente scarseggiano le idee – oltre che i soldi – va seguita con estrema attenzione la storia del primo yacht a motore Mercedes-Benz. Una storia iniziata ufficialmente nel settembre 2012 quando al Monaco Yacht Show si sono visti i primi disegni di Silver Arrow (questo il nome della barca) ma in realtà il progetto nasce sei anni prima, in Italia. A crederci sono in due: Paolo Bonaveri, manager milanese con vari interessi e una storica passione per il mare – oggi direttore della comunicazione di Silver Arrow – e il torinese Giorgio Stirano, ingegnere aeronautico e nome notissimo a chi segue le competizioni automobilistiche per la sua attività di progettista e direttore sportivo di ogni categoria, F.1 compresa.
«Tutto nasce dalla voglia di Mercedes-Benz di fare “qualcosa” nella nautica: contattano Stirano e lui si rivolge a me – racconta Bonaveri – nel 2006 era l’epoca d’oro dei supertender ma noi pensiamo a un 38 piedi molto mediterraneo, vivibile soprattutto di giorno». La prima idea piace all’Advanced Design Studio Como che è l’avamposto di Mercedes-Benz Style nel nostro Paese. Si parte alla ricerca di specialisti del settore e di cantieri per costruirlo. Ma la scure della crisi generale, terrificante per la nautica, ferma tutto ma non la Casa di Stoccarda. Bisogna però cambiare formula e assetto societario.
Bonaveri e Stirano così fondano insieme a Guido Pedone, commercialista milanese, una newco dal fortemente evocativo e che esalta fortemente i responsabili della Casa di Stoccarda: Silver Arrows Marine. Trovano un main investor e coinvolgono Rob Gibbs – manager inglese – nel ruolo di chairman. Mancano due tasselli: come CEO viene scelto Jacopo Spadolini che è l’unico della famiglia fiorentina a non disegnare («ma è un fenomeno con i numeri» spiega Bonaveri) mentre il design team è formato dallo zio Tommaso, espertissimo nella nautica, e dall’inglese Martin Francis che a 70 anni può vantare un curriculum eclettico che va dai progetti per Swaroswki a quelli per il Louvre. Un team che lavora in stretta collaborazione con Mercedes-Benz. «La cosa piacevole è stata la sensazione di entrare a far parte di una grande famiglia, con una visione realmente internazionale e aver constatato che c’è un coinvolgimento in quest’operazione oltre il mero aspetto commerciale. Basti dire che dopo aver esposto il concept al Monaco Yacht Show, la Casa vorrebbe portarlo alla finale del DTM che in Germania è la competizione automobilistica più popolare in assoluto. Ci credono in modo totale e questo ci riempie di orgoglio».
In effetti, la “freccia d’argento” galleggiante ha le carte in regola per colpire al cuore. Forse Gorden Wagener – vice presidente Design di Daimler AG – esagera nel definirla la “Classe S del mare”. Ma di certo è un 14 metri fuori tutto di grande personalità e purezza stilistica. Con il suo lungo ponte di prua, un profilo dal tetto fluido e la linea discendente nella sezione posteriore – tipico di Mercedes-Benz – lo scafo riprende le proporzioni delle vetture “muscolose” e sofisticate. Ma il plus sarà la versatilità, qui a livelli mai raggiunti nella nautica: grazie alle inedite finestrature laterali con cristalli ad apertura elettrica – uguali al tetto panoramico di un’auto – sarà possibile far convergere le aree interne ed esterne in un unico ambiente scoperto o coperto a seconda delle esigenze. In pratica, l’area relax – volendo protetta da questo “pergolato” in cristallo – può essere pozzetto, sala da pranzo e stanza da letto con un bagno Come all’esterno, anche internamente sono ripresi gli stilemi della Casa e utilizzano materiali al top come pelle nabuk e legno di euucaliptus. Con due motori diesel – Yanmar e non di famiglia – da 240 Cv l’uno, l’Arrow 460 Granturismo (questo il nome del primo modello) potrà toccare 40 nodi anche se la velocità di crociera è fissata sui 28 per consentire il massimo godimento ai dieci passeggeri.
I prossimi mesi saranno dedicati all’ingegnerizzazione del concept, fase che porterà qualche piccola modifica come succede nell’automotive . Poi nel cantiere prescelto («che non sarà italiano, purtroppo per la solita ragione: gli investitori stranieri non si fidano di troppi aspetti») via alla costruzione. Va detto che l’attesa per il primo esemplare dell’Arrow 460 Granturismo è tanta, c’è forse il rischio di deludere critica e pubblico. Poi uno pensa che la Casa tedesca non scende mai in campo per gioco ma con l’obiettivo di vincere o quantomeno aprire un nuovo fronte, come è il caso della nautica. «Tutta la storia, ai di là del prodotto finale che vedremo nel primo semestre 2015 mi ha insegnato una cosa – conclude Bonaveri – uno si aspetta che il colosso si comporti come tale sin da quando presenti un’idea. Nel nostro caso, dopo averci ascoltato, ci hanno dato carta bianca nel progetto e solo successivamente ci hanno messo a disposizione il meglio della loro esperienza e della tecnologia. Ma la libertà di pensiero è stata l’arma in più». Per vedere l’effetto che fa timonare la prima barca con la stella a tre punte preparare un assegno di 1,25 milioni di euro (più Iva of course) visto che inizialmente sarà disponibile solo in edizione limitata full optional.

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