Non finiscono i problemi per il porto canale !!




«Il dragaggio del porto è finito da una decina di giorni, ma le nostre barche già toccano il fondale e di notte diventa impossibile accostarci alla banchina e scaricare il pescato. I lavori sono terminati, ma noi qua stiamo punto e da capo». Dopo le proteste degli operatori commerciali e l’ultimatum lanciato ai candidati di Comune e Regione, sono i marinai, attraverso il portavoce Massimo Camplone, a far sentire le loro voce durante l’incontro di ieri mattina nella sala giunta della Camera di commercio.

La marineria non fa in tempo a gioire per lo sblocco dei fondi comunitari da 2,5 milioni di euro concessi per le imprese di pesca cittadine, che il problema dell’insabbiamento del porto torna a riproporsi in tutta la sua forza, andando a colpire un settore già fortemente penalizzato dalla lunga stagione dei ritardi e dalla crisi del comparto ittico.

«Stiamo vivendo il periodo più drammatico della nostra storia», dice senza troppi giri di parole Giovanni Verzulli, uno dei decani dei marinai, «il nostro pesce ha perso il suo valore di mercato. Dopo 11 mesi fermi a causa del mancato dragaggio non siamo più riusciti a tornare agli standard del periodo precedente all’insabbiamento: tra di noi ci sono tantissime famiglie indebitate che non sanno dove andare a sbattere la testa. Non si vende più come una volta e le stesse aste online al mercato ittico non sono mai partite». Ieri mattina, una delegazione dell’Associazione armatori capeggiata da Massimo Camplone, Giovanni Verzulli,Mimmo Grosso e Lucio Di Giovanni ha partecipato a un incontro nei locali della Camera di commercio assieme a Riccardo Padovano (Sib/Confcommercio), al direttore nazionale di Federpesca Corrado Peroni, al sottotenente di vascello Corrado Terrone in rappresentanza della Direzione marittima, al candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Luciano D’Alfonso, all’attivista del Movimento 5 stelleMassimiliano Di Pillo e al presidente della Camera di commercio Daniele Becci. La riunione era stata convocata inizialmente da Federpesca per «esaminare e discutere le recenti proposte comunitarie in materia di controlli dell’attività di pesca e il recente piano d’azione per l’Italia» oltre alla decisione della Camera di commercio «di sopprimere la rappresentanza della pesca», ma la riunione è stata l’occasione, soprattutto, per parlare dei problemi che ancora stanno attraversando i marinai.

«Abbiamo avuto e continuiamo ad avere danni all’industria, al commercio, alla ristorazione, al comparto balneare e alberghiero», sbotta Padovano, «ogni settimana a Pescara entrano 80mila persone tra lavoratori, pendolari e turisti. Un tempo si veniva qui per gustare il pesce fresco dell’Adriatico, ma dopo il fermo tutto questo è finito».

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